Bullismo a scuola, come riconoscerlo e come intervenire
Il bullismo è un problema che va conosciuto e affrontato e che spesso nelle scuole, di ogni ordine e grado, è più presente di quanto si pensi. Nonostante i media ne parlino in modo saltuario, solo quando casi particolarmente eclatanti e magari dalla conclusione drammatica, fanno notizia, bulli e vittime sono presenti in praticamente qualsiasi scuola.
Uno studente che è oggetto di azioni di bullismo, viene ripetutamente offeso, minacciato e prevaricato, nel corso del tempo, da uno o più compagni.
Non basta un singolo episodio, come una lite, per poter parlare di bullismo, gli episodi si devono protrarre nel tempo, con la chiara intenzione, da parte del bullo, di offendere e prevaricare fisicamente e/o psicologicamente la sua vittima. Spesso il bullo è più grande, più forte o più popolare e usa la sua posizione per escludere la vittima dal gruppo.
Le prepotenze possono essere di vario tipo:
- Prese in giro, insulti o minacce;
- Prepotenze fisiche, come spintoni o schiaffi;
- Furti di denaro, gadget, accessori o della merenda;
- Diffusione di notizie (spesso inventate) o di segreti personali.
Oltre al bullo e alla sua vittima, per comprendere meglio il fenomeno vanno identificati altri soggetti, tra i quali i sostenitori, che incitano il bullo, ma non agiscono direttamente contro la vittima. Ci sono anche i ragazzi e spesso le ragazze che aiutano la vittima di bullismo, la consolano e in alcuni casi la difendono apertamente. Molti sono poi gli spettatori, ragazzi, ma in molti casi anche adulti che assistono senza fare o dire nulla.
Queste figure sono tutte importanti, ad esempio per ottenere informazioni nel momento in cui si sospetti di avere a che fare con una vittima di bullismo, che però non vuole parlare della cosa. Rivolgersi ad un amico d’infanzia, un insegnante, l’allenatore della squadra o altre figure che si relazionano con la vittima, può permettere ad un genitore di venire a conoscenza di fatti che difficilmente verrebbero raccontati dal proprio figlio.
L’Osservatorio Nazionale Adolescenza ogni anno svolge un’indagine su un campione significativo di adolescenti, per comprenderne meglio i bisogni. Da una delle ultime analisi emerge con chiarezza come il bullismo non riguardi solo i ragazzi delle scuole superiori, ma sempre più spesso anche quelli delle medie e talvolta anche i bambini delle ultime classi delle scuole elementari.
Spesso i ragazzi tendono a non confidarsi con i genitori e neppure con gli insegnanti perché non vogliono fare la “spia”. Come capire quindi se sono vittime di bullismo? Bisogna osservare con attenzione i comportamenti dei ragazzi e cogliere ogni eventuale variazione delle loro abitudini, ad esempio:
- Faticano ad alzarsi dal letto la mattina;
- Non vogliono più andare a scuola;
- Appaiono annoiati;
- Faticano a concentrarsi;
- Sono arrabbiati o aggressivi;
- Dormono male e/o fanno incubi;
- Mangiano meno o in modo più disordinato;
- Sono depressi e/o piangono spesso;
- Hanno lividi o altre lesioni;
- Hanno i vestiti sporchi o strappati;
- Hanno spesso mal di testa o di pancia;
- Perdono peso;
- Non escono più con gli amici;
Se si notano questi segnali vale sempre la pena di approfondire. Rivolgersi agli insegnanti può in molti casi permettere una facile risoluzione del problema, ma non sempre basta.
In alcuni casi rivolgersi ad un investigatore privato può rivelarsi la scelta migliore. Un professionista saprà muoversi in modo efficace e discreto, senza minare il rapporto di fiducia con i ragazzi e raccogliendo prove nel rispetto della privacy dei vari soggetti coinvolti.
Il bullismo è un fenomeno che non va assolutamente sottovalutato, la scuola può fare molto, così come un rapporto ed un dialogo aperto tra famiglia e ragazzi, ma in molti casi affidarsi ad un professionista che possa avviare indagini meticolose può senza dubbio rivelarsi la scelta migliore.