Nuovi banchi, mascherine e distanziamento, come cambierà la scuola a settembre
Nuovi banchi, ma non solo, ormai a settembre manca veramente poco, si tornerà a scuola, ma come cambieranno le aule e come verrà organizzata la didattica post Covid-19? Le domande sono veramente tante, le risposte in alcuni casi ancora poche. Difficilmente negli ultimi anni si è assistito ad un così aspro contrasto politico tra i diversi schieramenti, spesso concentrato proprio sul tema della scuola. Che ci si interessi alla scuola è senza dubbio molto positivo, che lo si faccia spesso per le ragioni sbagliate, è invece alquanto deludente.
Circa otto milioni e mezzo di studenti stanno per tornare nelle loro aule, spesso peraltro del tutto inadatte ad ospitarli in sicurezza. Riapriranno oltre 40 mila plessi, in molti casi datati, spesso fatiscenti. I lavori di edilizia scolastica si concentrano su ampliamenti in alcuni casi complessi (in altri del tutto impossibili), si pensa già a spazi alternativi per poter garantire il distanziamento personale, come biblioteche, hotel, musei, ecc. Ci attende un autunno molto creativo da questo punto di vista.
La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha rassicurato i tanti dubbiosi, sul fatto che i contestati banchi con rotelle arriveranno in tempo per settembre, si tratta di circa 2,4 milioni di nuovi banchi, un investimento decisamente molto importante, ma che potrà essere ammortizzato probabilmente in decenni.
Distanziare i banchi e comunque prevederne di singoli, però non basterà, sempre ammesso che lo spazio nelle aule ci sia. I medici evidenziano l’importanza di misurare la temperatura di chi entra negli edifici scolastici e di definire e seguire precise linee guida, che l’Istituto superiore di sanità sta già definendo.
Per quanto riguarda le mascherine, pare che il ministro concordi con gli infettivologi, se gli studenti saranno seduti al loro posto e opportunamente distanziati non sarà obbligatorio che le indossino per tutta la durata delle lezioni. In ogni caso si stima che le scuole ne useranno circa 11 milioni al giorno, così come anche 50mila litri di gel igienizzante (sempre al giorno).
Gli sforzi messi in atti dall’Italia sono tra i maggiori a livello internazionale, tutti speriamo diano frutti positivi e permettano un ritorno in classe in piena sicurezza per studenti, insegnanti e personale tecnico e amministrativo. L’esperienza della didattica a distanza è stato in molti casi positiva, ma tutti, insegnanti e studenti, hanno una gran voglia di rincontrarsi. Non sarà facile ripartire e sarà assolutamente fondamentale farlo in sicurezza, per scongiurare nuove emergenze e futuri lockdown.
La scuola italiana, iniziando dall’edilizia scolastica, spesso datata e fatiscente, s’è fatta trovare impreparate davanti all’emergenza, molto è stato fatto, ma tantissimo resta da fare. La priorità è la salute dei ragazzi, ma senza dubbio va avviata una più ampia e complessa riflessione su temi troppo a lungo rimandati e vanno trovati fondi, soluzioni e volontà, per investire sulla scuola, capendo che questo significa investire sul futuro del Paese e quindi di tutti noi.