Profilo di Funzionamento, arriva la riforma del sostegno
Nei giorni scorsi il Governo ha approvato, anche se solo in via preliminare, una modifica al D.lgs. n. 66/2017, recante norme sull’inclusione scolastica degli studenti con disabilità. Si tratta di una modifica della norma introdotta dalla riforma della “Buona Scuola”.
Tra le novità introdotte c’è il profilo di funzionamento o PF che sostituisce diagnosi funzionale e profilo dinamico funzionale. Ecco quali caratteristiche presenta. Il profilo di funzionamento viene redatto dopo l’accertamento della condizione di disabilità, allo scopo di assicurare l’inclusione scolastica, sulla base dei criteri del modello bio-psico-sociale della Classificazione internazionale del funzionamento, della disabilità e della salute (ICF) usato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Il profilo di funzionamento è fondamentale ai fini della formulazione del Piano Educativo Individualizzato (PEI). Ma chi redice questo profilo? Il PF deve essere redatto da una apposita unità di valutazione multidisciplinare, che deve essere composta da uno specialista in neuropsichiatria infantile o un altro medico specialista, esperto nella specifica patologia o disabilità del minore. Nella commissione ci devono poi essere almeno due delle seguenti figure: un operatore sanitario esperto in riabilitazione, uno psicologo dell’età evolutiva e un assistente sociale che rappresenti l’ente locale di competenza.
Il profilo di funzionamento è un documento propedeutico all’inserimento di un disabile nella scuola ed è assolutamente necessario per la corretta predisposizione del “Piano Educativo Individualizzato (PEI), così come anche del Progetto Individuale. Il PF definisce le misure di sostegno, le competenze necessarie e tutte le risorse, anche strutturali, da mettere in campo per garantire l’inclusione scolastica, viene redatto in collaborazione con i genitori dell’alunno e nell’assoluto rispetto al diritto della sua autodeterminazione. Vi partecipano attivamente anche il dirigente scolastico, così come un docente specializzato nel sostegno didattico.
Il profilo di funzionamento di ogni studente con disabilità va poi aggiornato nel tempo, visto che le sue condizioni ed esigenze possono cambiare. Viene aggiornato in occasione di ogni passaggio di grado d’istruzione, partendo dalla scuola dell’infanzia e periodicamente trasmesso ai genitori o a chi esercita la responsabilità genitoriale. Ne avranno sempre copia aggiornata anche la scuola e gli enti locali di competenza, così come ogni soggetto direttamente coinvolto nel PEI e nel Progetto individuale, qualora venga richiesto.
Linee guida per la redazione del Profilo di Funzionamento
Non esistono ancora linee guida riportanti criteri e modalità di redazione del Profilo di Funzionamento, ma senza dubbio terranno conto della classificazione ICF dell’OMS. Dovranno a breve essere definite nel dettaglio con un decreto del Ministero della Salute.
La definizione dei criteri per la redazione dei PF avverrà di concerto con il Ministro dell’Istruzione, così come con quelli del Lavoro e delle Politiche sociali, dell’Economia, per gli Affari Regionali e le Autonomie Locali. Si terrà anche conto del parere dell’Osservatorio permanente per l’inclusione scolastica. Le linee guida andranno adottate entro 180 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto e riporteranno criteri, contenuti e modalità di redazione della certificazione di disabilità in età evolutiva, allo scopo di una migliore inclusione scolastica, sempre tenendo conto della Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD) e della Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute (ICF) redatta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.